Nell’estate del ’90 dopo pochi mesi dalla sua caduta, anch’io ho dato il mio colpo di martello al muro di Berlino e mi sono presa dei frammenti colorati. I martelli erano lì a disposizione di tutti quelli che volevano dare il loro contributo simbolico, se non se ne trovava uno libero si aspettava che qualcuno finisse e poi … colpi di mazzate al muro. L’atmosfera era bellissima, di una leggerezza festante, direi quasi euforica. Difficile allontanarsi da quel significativo gesto collettivo che trasmetteva un profondo senso di unione e di contatto.

Noi iniziamo la nostra vita come singole cellule e la loro moltiplicazione crea una persona, leggo da Lowen: “una membrana vivente circonda ogni organismo e ne crea l’individualità separandolo dal mondo. Nello stato di salute l’individuo percepisce il contatto fra il proprio nucleo e il mondo esterno. Gli impulsi provenienti dal suo nucleo pulsante (cuore) fluiscono nel mondo e gli eventi del mondo esterno raggiungono e toccano il suo cuore. In quanto entità responsabile si sente tutt’uno con il mondo e con il cosmo. […]

Questa situazione normale è disturbata quando l’uomo, come dice Reich, diventa ‘corazzato’.” La corazza separa spacca l’unità dell’organismo e di conseguenza il senso di unità con il resto del mondo, inizia ad identificarsi con il mondo interno e a reagire a quello esterno. Lowen: “La corazza è come un muro: la persona può essere da una parte o dall’altra ma non da tutte e due nello stesso tempo”. […] L’unica soluzione è abbatterlo, eliminare la corazza e scaricare le tensioni: la bioenergetica è tutta qui.”

Eliminare i muri nel nostro organismo ci permette di allargare i nostri campi percettivi sempre di più e di più, ci permette di espandere il cuore e la coscienza. Possiamo arrivare ad un livello in cui sentiamo la nostra identificazione con la vita, la natura e il cosmo interrompendo l’identificazione con il proprio ego.