Espressioni dell’anima

La Biocreatività Energetica® è un metodo di intervento sulla persona totalmente nuovo e unico.
E’ difficile e complesso definire la creatività e dove essa abbia sede. Ma grazie al principio bioenergetico che mente e corpo sono funzionalmente identici, questo metodo rende la persona partecipe del suo mondo immaginativo.

La parola chiave di lettura è Aisthesis.

Aisthesis apre nuovi orizzonti nella nostra crescita personale. Crescita che non è limitata all’infanzia e all’adolescenza; l’organismo sano cresce e si trasforma sempre e continuamente e il nutrimento è l’esperienza dell’adattamento creativo al proprio ambiente di vita.
Aisthesis è un percorso per poter sviluppare concretamente un nuovo approccio alla persona, ciò risiede nel recuperarne l’antico e profondo significato.

Essa era la parola che i greci usavano per indicare percezione o sensazione, la cui radice rimanda a una forma attiva per poter accogliere il mondo all’interno e accogliere il mondo interno.
Ma che tipo di percezione? L’atto di percepire il mondo con i sensi, atto indispensabile per poter sviluppare l’adattamento creativo.
Non si intende sopravalutare ciò che appartiene al mondo corporeo, ma si vuole riequilibrare e armonizzare le possibilità percettive.
Ad esempio è importante ridimensionare la percezione visiva, troppo dominante nel nostro mondo moderno, per poter favorire una completa riconfigurazione dell’aisthesis.
E’ un’estaticità che si può concretizzare vivendo l’esperienza di noi stessi, nel recupero del nostro vero sé, che si sviluppa e si affina durante tutta la nostra esistenza risvegliando e riconoscendo il nostro essere sensibili, il nostro sé reale.

Può sembrare strano o insolito cercare un connubio o una interdisciplinarietà tra ciò che può essere estetico e un intervento psico-corporeo. Ma la struttura di Aisthesis è transdisciplinare e ci permette di rimappare il territorio dell’estetica inserendo altri apporti di conoscenza.
Non è la ridefinizione dell’estetica, intesa come disciplina filosofica moderna, quella che cerchiamo, bensì di ritrovare e integrare una condizione di sensibilità più profonda e ampia, che affonda le sue radici in un passato molto lontano.

La percezione del mondo attraverso le sensazioni, cioè diventare persone sensibili, è proprio alla base di un processo di lavoro corporeo, fondamentale per la costruzione di una identità corporea. Essa è la piattaforma indispensabile per poter accedere alla dimensione immaginativa e simbolica.
Il lavoro bioenergetico conduce la persona in uno stato di profonda conoscenza e contatto delle sensazioni, conduce a quello spazio o terra di nessuno in cui la recettività è totale e completa.

Ecco le parole di Silvana Borutti: “Scienziati e artisti raccontano che in quella terra di nessuno, in quel frammezzo strano che è la creazione, si fanno esperienze del senso che presentano una dimensione di accoglienza e di passività: essi parlano di qualcosa che giunge come un dono, di qualcosa che non si scopre, ma si incontra e ci sorprende, di qualcosa che ritorna; e raccontano di vissuti temporali in cui si fa esperienza di una forma di temporalità non progressiva, non direzionale.
Potremmo parlare di esperienze estatiche del ricevere forma, di un sentire, di un’aisthesis fondamentalmente ricettiva. …sono esperienze in cui non prevale la poieticità, l’apertura di futuro del fare, ma piuttosto l’ekstasis, il tempo senza tempo, il presente senza presenza di ciò che ci viene incontro senza che lo cercassimo come tale.”
E ancora da Borutti: “Nella dimensione estatica, il tempo non è dunque quello del fare, reso significante dal telos, ma è il tempo senza tempo in cui giunge qualcosa che non è atteso. Il che ci consente anche di capire la specifica qualità del tempo dell’esperienza creativa, che non appare come tempo volto in avanti: è uno strano tempo non teleologico, non schiacciato dal futuro, in cui avviene una dilatazione e un approfondimento dello sguardo e un potenziamento dell’aisthesis corporea – quel tempo non misurabile della crescita di conoscenza, per il quale siamo costretti a ricorrere al tema dell’”intuizione”.

Quindi per poter recuperare la nostra condizione sensibile, dobbiamo necessariamente riconoscere e risvegliare la consapevolezza della nostra realtà corporea.
Essere attivi rivolgendo uno sguardo al nostro interno; ri-conoscendo il mondo corporeo e tutto ciò che gli appartiene: gli schemi mentali, le emozioni, i pensieri, ciò che nasce dentro e attorno a noi.
Così creiamo le condizioni per raggiungere quella terra di nessuno in cui riceviamo, come in dono, il passaggio alla dimensione immaginativa. Quella terra in cui si è nel tempo senza tempo, in cui c’è accoglienza e passività, dove non c’è il fare ma l’accogliere, si entra nella dimensione estatica, la profondità di sguardo in cui vi è l’immagine appare.

Recuperiamo il fare nel raffigurare l’immagine. Esprimerla, renderla manifesta e portarla fuori da sé. La raffigurazione molto spesso ‘sorprende’ l’esecutore. A volte appartiene a qualcosa di arcano e pre-verbale, altre è inaspettata perché appartiene a memorie dimenticate o che si pensavano risolte, altre è rivelatrice, molto spesso è risolutiva e scioglie blocchi e nodi profondi, altre è solo una scarica energetico-emotiva, ma sempre apre la via a un cambiamento.
L’altra grande risorsa della Biocreatività Energetica® è la scoperta di quella terra di nessuno in cui regna la creatività e l’ispirazione.

Sintetizziamo in questi punti:

  • ritrovare e costruire la propria energia creativa
  • utilizzare il pensiero laterale
  • sbloccare tensioni corporeo-esistenziali
  • favorire problem solving creativi
  • sviluppare adattamento creativo al proprio ambiente di vita

Il facilitatore, l’operatore in Biocreatività Energetica, è colui che accompagna i partecipanti in questa esperienza di autoconoscenza. Ha un ruolo di contenimento per ciascun partecipante e per tutto il gruppo. Conduce la lettura degli elaborati, senza mai interpretare o condizionare, vigila sui processi in atto favorendo l’espressione creativa.
La Biocreatività Energetica si può sperimentare in gruppo, l’istituto Aisthesis propone seminari e intensivi, ma anche individualmente.