Il carattere incarnato
Formazione del carattere e struttura del carattere sono concetti molto complessi con vari livelli di approfondimento e di lettura, ma qui verranno esposte in modo semplificato e sommario, utilizzabile per poter avere una comprensione più completa e integrata di quanto già esposto sul lavoro corporeo bioenergetico.
Il modello di sviluppo del carattere ancora oggi è continuamente arricchito e aggiornato da nuove ricerche e ulteriori sviluppi. La difformità di opinioni si può ricondurre alla contrapposizione tra i due opposti modelli teorici della psicoanalisi: quello strutturale delle pulsioni e quello delle relazioni d’oggetto.
Dal punto di vista bioenergetico il carattere è una struttura formatasi nella prima infanzia come risposta e strategia di sopravvivenza alle condizioni dell’ambiente esterno, contemporaneamente è anche un meccanismo di auto sostegno e di valutazione della realtà.
Il processo di adattamento al mondo esterno comporta anche il ricorso a molti compromessi volti ad appianare conflitti insolubili. I compromessi funzionano nel momento in cui esaudiscono le aspettative dell’ambiente e placano i conflitti. In tutto questo però è implicito anche un processo di autonegazione in cui l’individuo nega o reprime parti di sé; nell’adattamento altre parti vengono invece, in qualche modo, amplificate. Quali parti di sé vengono represse o amplificate e in che grado, rappresenta in sintesi il processo di formazione del carattere.
Il bambino con la sua vitalità e la sua presenza fisico-energetica si inserisce, alla nascita, in un rapporto sociale che è quello tra i genitori. E’ il rapporto con i genitori e le risposte che ottiene da loro a modellare le sue sensazioni, i suoi comportamenti e le sue rappresentazioni. Questa relazione, formata dal dialogo tra le manifestazioni psicocorporee del bambino e le risposte dei genitori, determina la sua visione del mondo, il formarsi dei suoi schemi di comportamento, le sue risposte fisico-energetiche.
La struttura difensiva corporea e la struttura difensiva della personalità hanno la funzione di garantire la sopravvivenza.
A livello corporeo, in presenza di un divieto, di un conflitto, di una frustrazione o di una carenza prolungata, si innesca il meccanismo per cui l’organismo non sente più il bisogno originario e la sgradevole reazione alla frustrazione ricevuta.
I blocchi del corpo evitano ulteriori angosce di vulnerabilità e il rischio di nuove ferite.
Questi atteggiamenti difensivi determinano la qualità di scambio e di rapporto che la persona ha con il mondo esterno; il processo di autonegazione è relazionale e molto personale.
La postura, l’espressione del corpo, il tono di voce, il movimento, la respirazione, tutto ciò che possiamo osservare in un corpo adulto, ci indicano la storia della persona, come sta al mondo, come risponde alle esigenze della vita e come ha plasmato il proprio carattere.
Gli irrigidimenti muscolari ci indicano che lì c’è una paura cronica o uno stato emozionale negato; ma non dimentichiamo che la “corazza muscolare” è stata la garanzia di sopravvivenza nei confronti dell’ ostilità ambientale. Nella corazza si conservano i conflitti incontrati e la nostra risposta di compromesso; la struttura del carattere è il corrispettivo psicologico della forma del corpo.
Sciogliere l’armatura rendendo più fluido lo scorrimento energetico, (anche perché per trattenere una contrazione vi è un certo utilizzo di energia), significa mettere in discussione la nostra visione del mondo.
Resistiamo il più possibile alla possibilità di un cambiamento, ma quello che poteva essere utile alla nostra vita da bambini non corrisponde più alle esigenze della nostra vita adulta, anzi si creano nuovi conflitti emotivi in contrasto con i bisogni adulti.
Mobilizzare e sciogliere le tensioni può renderci consapevoli di emozioni represse, di rabbie e paure molto antiche; ma darci la possibilità di un cambiamento equivale a prendersi cura di se stessi in modo adulto.
Intraprendere un percorso di autoconoscenza significa anche abbandonare alcune specifiche illusioni, collegate alla formazione del carattere; l’impossibilità di modificare una realtà minacciosa porta il bambino a rifugiarsi in un mondo illusorio che lo salverà dalla paura e dalla disperazione.
La persona adulta incarna, nel vero senso della parola, il proprio carattere, perché la forma e l’espressione del corpo scaturiscono dagli eventi della sua esistenza; nei conflitti e nelle illusioni si incapsula una grande quantità di energia.
Lowen dice: “La bioenergetica è un modo di comprendere la personalità in termini dei suoi processi energetici. Questi processi, cioè la produzione di energia attraverso la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia nel movimento, sono le funzioni basilari della vita. La quantità di energia di cui si dispone e l’uso che se ne fa determinano il modo in cui si risponde alle situazioni della vita. Ovviamente, le si affronta con più efficacia se si dispone di più energia da tradurre liberamente nel movimento e nell’espressione”.